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quellocheifiorinondiconoPiante d'appartamento
Quelle che per noi sono piante d'appartamento in realtà sono piante che provengono da climi subtropicali e sono molto comuni nel loro ambiente naturale. Pensiamo ai viali di ficus Benjamina che ornano le strade e le piazze dei paesi caraibici o le piante di Croton che se da noi sono delicatissime, nei climi caldi vengono addirittura adoperate come essenze da siepe.
Quando sono nelle nostre case perciò dobbiamo tenere presente che queste piante devono trovare condizioni le più possibili simili a quelle del proprio habitat di provenienza.
Luce
Per la stragrande maggioranza delle piante l'ideale è la luce abbondante ma non diretta, ovvero filtrata da tende, teniamo presente che se troviamo delle bruciature sulle foglie, ciò può essere dovuto a piccole gocce d'acqua che posate sulle foglie producono un effetto simile ad una lente, concentrando perciò i raggi solari in un solo punto che di conseguenza ne patisce.
Quando la luce proviene da una sola direzione produce un effetto di Fototropismo, ovvero la pianta tende a crescere verso la luce, per ovviare a questo inconveniente basta girare di ¼ di giro il vaso di tanto in tanto
D'estate poi è buona norma portare le piante in esterno, evitando le posizioni troppo soleggiate per permetter loro di riossigenarsi all'aperto, teniamo presente che è opportuno portarle fuori quando la temperatura non scende al di sotto dei 16 gradi e riportarle dentro quando dopo l'estate ritorna allo stesso valore (quindi maggio-settembre)
E' raccomandabile evitare sempre e comunque le correnti d'aria.
Umidità
le nostre abitazioni salvo rare eccezioni sono sempre molto asciutte, quindi le piante che provengono dal microclima della serra, una volta in casa patiscono un certo shock.
Si può ovviare con umidificatori d'aria, radunandole vicine in modo da ricreare un microclima o vaporizzarle con acqua nelle ore in cui non c'è luce (per evitare danni al fogliame)
Una volta posizionate è meglio non spostarle perché tendono ad adattarsi alle mutate condizioni ricreando un loro equilibrio con l'ambiente.
Annaffiature
Non esistono regole valide in questo campo.
È buona norma verificare con un dito l'umidità del terreno, ed innaffiare se troppo asciutto, bisogna SEMPRE evitare il ristagno d'acqua al di sotto dei vasi, così come bisogna provvedere sempre dall'alto e mai dal basso, per evitare la formazione di patogeni.
Una eccellente soluzione sono i vasi Lechuza con riserva d'acqua e sistema ad osmosi interno, per cui le radici della pianta pur non essendo mai a contatto con l'acqua, ne ricevono da uno strato filtrante in zeolite per ciò che è la loro necessità, mai in più, ne in meno, con notevole comodità di gestione.
Se ricevete una pianta in un contenitore lechuza, il consiglio è di innaffiarla per almeno due mesi versando l'acqua sul terreno in prossimità del colletto della pianta, questo perchè se è stata appena rinvasata è probabile che le radici non siano ancora arrivate in profondità fino allo strato di zeolite. In seguito quando la pianta sarà ben radicata si potrà versare l'acqua direttamente nel foro in prossimità dell'indicatore ad asticella.
Rinvaso
Le piante non hanno bisogno di rinvaso finché le radici non hanno costipato il vaso che le contiene; in questo caso, si procede al rinvaso in un contenitore che sia 1/3 più grande del precedente, con terriccio specifico (acido per acidofile, addizionato di pomice per fioriere ecc.), solamente quando la pianta è in riposo vegetativo (Dic -Mar)
Concimazioni
Per avere piante sempre rigoliose, bisogna provvedere ad apportare il necessario nutrimento al terreno, utilizzando concimi liquidi (pronto effetto) o granulari (lenta cessione), in primavera con quelli ricchi di azoto (N) per sostenere la ripresa vegetativa, ein estate e autunno con quelli ricchi di fosforo e potassio (P K) per sostenere l'indurimento dei tessuti.
Il terriccio dei vasi è troppo limitato per ospitare le flora batterica, quindi si sconsigliano i concimi organici per evitare la formazione di muffe marciumi e moscerini
Verificare all'atto dell'acquisto il Titolo (ovvero il rapporto NPK riportato sulla confezione) del fertilizzante che acquistate, concimi a basso titolo hanno bassa efficacia!
Polvere
va eliminata spolverando le foglie o togliendola con u panno bagnato, limitare l'uso di lucidanti fogliari perché limitano fortemente la traspirazione
Acqua
L'acqua dell'acquedotto talvolta è ricca di calcare per cui bisogna lasciarla decantare o correggerla con decalcificanti, se è ricca di cloro può provocare la clorosi ferrica
Clorosi ferrica
si presenta per di più su piante acidofile, con un effetto di ingiallimento delle foglie, è sufficiente utilizzare dei prodotti a base di chelato di ferro o sequestrene per correggere il terreno. Può essere dovuta al cloro nell'acqua o alla carenza o grande eccesso di Ferro
Trattamenti antiparassitari ed anticrittogamici
Vanno effettuati solo se strettamente necessario, con i prodotti adatti allo scopo, non bisogna improvvisarsi ma piuttosto bisogna chiedere consiglio al fiorista o vivaista.
Vanno effettuati possibilmente all'aperto (non d'inverno ovviamente) seguendo le istruzioni e lontano da bambini, evitiamo di farlo in bagno o in cucina!
Seguire scrupolosamente le istruzioni sul prodotto (presidio medico chirurgico) o chiamare un agronomo in presenza di trattamenti pericolosi (per intenderci per i prodotti per cui occorre il patentino).
Evitare SEMPRE inalazioni e contatto e lavarsi accuratamente dopo l'uso.